Recinzioni e cancellate impediscono l’accesso al campo sportivo abbandonato. La reminiscenza del campo si intreccia con il disegno della piazza d’armi ideata da Vanvitelli, generata dalla massa della Reggia di Caserta e degli emicicli. Il campo recintato ha una specificità ordinante, produce un dentro, un fuori, una soglia tra la città e la zona magnetica carica di possibili significati. Il vuoto ellittico della piazza d’armi è invece la figura su cui viene impostato il progetto.
Un anello in calcestruzzo è posizionato al centro del sito. All’esterno si configura come un imponente muro dalla geometria elementare. Il muro si avvicina e si allontana dal perimetro del parco e degli edifici limitrofi, generando spazi dalle dimensioni variabili. Il giardino attrezzato si sviluppa in questi ambiti, estensione delle case circostanti. Varcando le tre aperture si entra nello spazio interno dove il muro è volumetricamente articolato nel profondo portico sovrastato dalla volta e dalla copertura spiovente. Lunghe “panche di via” si sviluppano in corrispondenza dell’attacco a terra bilanciando il basamento della struttura. L’architettura monumentale del portico circonda la piazza interrotta a tratti da aiuole di cactacee e palmizi.