Nel quartiere Tor Marancia a Roma il nuovo centro culturale funge da nucleo della vita pubblica. Due segmenti assorbono l’articolato programma su tre livelli e impostano due rispettivi fronti urbani: il primo verso la strada ospita le scuole di danza e musica, il secondo verso il quartiere accoglie l’auditorium e spazi laboratoriali flessibili. All’intersezione tra i due segmenti il foyer, spazio cavo a tutta altezza: qui si intrecciano i flussi e gli ambienti che si snodano all’interno dell’edificio. Il calcestruzzo rosso domina questo spazio e si dirama all’esterno, sviluppando un sistema di rampe e scale che risolvono i salti di quota e connettono la mobilità pedonale al campo sportivo. La superficie in calcestruzzo a tratti si sfrangia: emergono isole vegetazionali pensate come miniature di agro romano. La natura di questo giardino oscilla fra la ricreazione artificiale e il rewilding. La struttura portante è rivestita da una lamiera stirata bianca che rifrange e mitiga l’impatto dei raggi solari, modula la luce che proviene dall’esterno e dall’interno.