Il concorso prevede il riuso dell’ex magazzino frigorifero militare di Cuneo attraverso la realizzazione di un centro culturale. Il rudere versa in grave stato di abbandono, solo le pareti perimetrali potranno essere conservate. Una quinta nostalgica non sembra tuttavia essere in grado di sostenere il ragionamento progettuale. L’esigenza di un parcheggio interrato prospetta inoltre onerose opere di scavo e puntellamento. Anziché intervenire sull’oggetto trovato si mette in campo una strategia radicale: una nuova architettura prende il posto di quella esistente. Tre principi ne organizzano il funzionamento e articolano un possibile dialogo con la città storica: la migrazione di una forma architettonica, trasfigurazione del corpo allungato del magazzino e della sua funzione di deposito, da materiale a immateriale; la facciata display in acciaio, elemento potenziatore del paesaggio su cui si specchiano mutevoli campionature della scena urbana, della condizione atmosferica, delle presenze in movimento; il sincronismo delle attività, sovrapposizione di programmi eterogenei prodotta dalla flessibilità d’uso degli ambienti, dall’autonomia dei percorsi, dalla connessione con lo spazio pubblico. Il concept progettuale è stato oggetto di menzione.